Il sesto e più significativo check-point tra Cipro e Repubblica turca di Cipro-Nord, è inizializzato all'apertura tra giovedì notte e venerdì a Nicosia (il terzo nella città). Un evento spettacolarizzato dalla simbolica demolizione del muro in Odos Lidras, ma non destinato a risolvere i problemi al semplice schioccar delle dita (video <-togliere l'audio: serve solo a confondere le idee).
«Ora vedremo se i soldati turchi si ritireranno, per capire se il passaggio verrà aperto o no. Perché se le truppe non vengono ritirate, non ci può essere un passaggio» ha subito precisato il presidente greco-cipriota Tassos Papadopoulos, durante un vertice dell'UE in corso a Bruxelles. Il problema nonostante tutto rimane sempre quello: aspettare che Ankara risponda positivamente. Rasit Pertev, consigliere del "capo di governo" di Cipro Nord Mehmet Ali Talat, si è dimostrato contento: «Il dinamismo creato da questa mossa porterà all'apertura del passaggio». Le richieste del governo cipriota sono l'arretramento dell'esercito turco e il consolidamento dei palazzi situati sui due versanti del valico. Ciò vuol dire che qualora Ankara optasse per il ritiro delle truppe, quello di Odos Lidras diventerebbe di fatto il terzo check-point a Nicosia, dopo quelli di Ledra Palace Hotel e di Aghios Nikolaos. Richieste ragionevoli. Eppure dalla Turchia non giunge mezzo segnale: vuoi per la delicatezza di una misura, alla vigilia delle prossime elezioni politiche e presidenziali, su un'isola invasa più di trent'anni fa che ha da sempre rappresentato un chiodo fisso; vuoi per i recenti sgarbi gas-petroliferi (vedi "ancora tensioni tra cipro e turchia").
Insomma, la faccenda è tutt'altro che risolta. Né è stato abbattuto il muro, come si è erroneamente affermato in gran parte dei media e siti che hanno riportato la notizia. L'affermazione corretta che si sarebbe dovuto diffondere è: "A Nicosia, si è aperta una nuova breccia nel muro. Forse farà posto al terzo check-point nella città". Evidentemente il desiderio del titolo ad effetto, ad alto tasso distorcente ha prevalso. E così, la notizia è stata riportata sotto la voce: "Cipro cade l'ultimo muro d'Europa", "Nicosia: i greco-ciprioti abbattono il muro", "Cipro abbattuto a Nicosia l'ultimo muro europeo", "Svolta storica cade l'ultimo muro", "Cipro completamente abbattuto il muro che divideva Nicosia", ecc. ecc. ecc.
Le conclusioni che si possono trarre dal gesto del governo Papadopoulos? Essenzialmente va letto come un buon segnale di disponibilità che mette di fatto Cipro in buona luce di fronte al vigile osservatorio UE. Volendo essere spietatamente cinici e maliziosi si potrebbe quasi dire che sia stato un gesto ben studiato per cogliere di sorpresa e mettere in crisi la Turchia, che non si poteva certo attendere un gesto così eclatante, e al contempo non può permettersi altri errori o figuracce internazionali se vuole ancora avere uno straccio di credibilità nella sua richiesta di adesione alla comunità europea. Respingere le richieste di Papadopoulos dopo questo suo inequivocabile segnale di disponibilità, significherebbe per Ankara incrinare seriamente le chances di essere accolta nell'UE. Soprattutto dopo che il commissario UE Olli Rehn ha detto che saranno stanziati centomila euro per «finanziare tutte le azioni mirate alla stabilizzazione della zona di passaggio». Ma aldilà di quest'ipotesi, quella del governo cipriota, resta a tutti gli effetti una decisione importante e significativa, anche per il luogo: Odos Lidras. Non certo una via marginale.
Tuttavia c'è anche da constatare che non si verificherà mai, per esempio, un movimento popolare di greci e turchi che abbatta il muro come avvenne a Berlino. Lì la popolazione era stata divisa deliberatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma costituiva un unico blocco originario. A Nicosia-est e il resto della Cipro-Nord turca illegale, la popolazione invece è stata trapiantata direttamente dalla turchia nel corso degli anni che vanno dal 1974 in poi. In questi coloni non è presente in nessun modo un'identità cipriota definita. Dunque, perchè dovrebbero considerare fratelli i ciprioti grecofoni dall'altra parte della linea verde ONU?
Ragioni per cui non è pessimistico affermare che la situazione rimarrà sospesa ancora a lungo.
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