domenica 24 febbraio 2008

Cipro: vittoria dell'AKEL

Dimitrios Christofias sarà il primo capo di governo comunista dell'Unione Europea. Il ballottaggio di Cipro per le presidenziali si risolve con una vittoria dell'AKEL (partito progressista del popolo lavoratore) con 53,38% voti a favore, contro il 46,62% raccolto da Kasoulides, leader del Dysi (Raggruppamento democratico). I due candidati, dopo un primo turno che ha sancito l'esclusione del premier uscente Papadopoulos, "distavano" appena 980 voti.

E' stata proprio l'uscita di scena del leader centrista del Diko (Partito Democratico) a fare la differenza, con la sua successiva scelta di campo in favore di Christofias. Non è tutto: l'AKEL ha ricevuto un appoggio sostanzioso anche dal Kisos (partito dei socialdemocratici), principale alleato di Papadopoulos durante il suo mandato con l'8,9% delle preferenze all'ultima tornata elettorale. Appoggi pesanti, scambiati, come sostengono alcuni media ciprioti, con cinque poltrone. Al Kisos andranno due ministeri, al Diko altre due più il ministero degli esteri.

Ma alla base di questa vittoria elettorale, c'è senza dubbio l'azzeccata campagna mirata alla spinosa riunificazione dell'isola. Christofias si è presentato alle presidenziali del 2008 come unico rappresentante politico in grado di accollarsi nei mesi a venire, il ruolo di conciliatore-mediatore con la controparte turcofona dell'isola, senza intromissione di terzi (ONU e Turchia). L'AKEL infatti vanta da tempo rapporti privilegiati con i sindacati turco-ciprioti e si è detta favorevole ad iniziative inter-comunitarie. Inoltre Christofias si è incontrato più volte con il leader della repubblica illegale turca di cipro nord, Mehmet Ali Talat.

Non mancano tuttavia le perplessità. Da una parte, per il diverso approccio di governo che potrebbe avere l'AKEL rispetto agli alleati Diko e Kisos. Dall'altra, per il tipo di rapporto che si intenderà adottare nei confronti dell'Onu, sotto il cui periodo di egida troppe poche cose son state fatte. La bocciatura nel referendum del 2004 del piano presentato da Kofi Annan per risolvere la questione cipriota può aver segnato la fine di qualcosa. Sta ora a Christofias, tirar fuori dal cilindro azioni di governo che siano di rottura verso il sordo mantenimento dello status quo adottato fino ad oggi. Ma che ruolo dovrà avere l'ONU in tutto questo?


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2 commenti:

falecius ha detto...

Sinceramente, se i ciprioti riescono a risolvere la cosa tra di loro, ben venga, e se l'ONU non riesce a sostenerli, cavoli suoi.
Non credo che la Turchia osteggerebbe una soluzione condivisa da tutti gli abitanti dell'isola.

Anonimo ha detto...

Il nonno di mio figlio e delle mie figlie è finalmente contento, morto ma contento. Ha militato fino alla fine nell'AKEL. In questa campagna elettorale - hai ragione tu - ha vinto la possibilità di risolvere la tragedia cipriota. Sono contento anch'io.