sabato 1 marzo 2008

storie di ordinaria follia


A: «Non tollero più»

B: «Cosa non tolleri più?»

A: «Non ha senso che tu mi chieda cosa non tolleri più. Consideralo un intercalare»

B: «Così facendo sminuirei il significato della tua affermazione. Non trovi?»

A: «In effetti, sì. O forse sminuiresti ciò che è alla base. In fondo, se ci pensi, fingere indifferenza è la peggiore delle reazioni che un tuo antagonista vorrebbe vedere da te... Quindi, è un po' come se tu dicessi che, ciò a cui mi riferisco, è qualcosa privo di significati. Dunque un nonsense. Insomma, sì, come se la svalutazione dell'intermediario corrispondesse alla svalutazione del mandante»

B: «Sai bene che non era nelle mie intenzioni questo doppio gioco. Non è vero che i "significati" non ci siano. Sono un prodotto sociale della realtà in cui siamo immersi. Li si può non condividere, ed anzi essere ben resistenti ad essi, ma non si può negare un evidenza. Neanche svalutarla con la pretesa di azzerarla. Questo è un errore di giudizio. Sei così sicuro di poter arbitrare questa partita?»

A: «Qui non si tratta di arbitrare nessuna partita. Si constata semplicemente che le due squadre neanche si sono presentate»

B: «Rischi di rincorrere ideali labili. Onestamente, quante volte ti sarà capitato di rivedere una posizione? Vale la pena permeare di quella oltranzista combattività la tua visione d'insieme solo nella consapevolezza che questa prescinda da perturbazioni significative e che goda di una certa continuità nel tempo. Sei in grado di garantire ciò? E nell'ipotesi che tu ne sia capace, il gioco varrà la candela?»

A: «Adulatore... idealista e combattivo dunque...»

B: «Non scherzare, il tema è serio, il tuo blocco è una quattrocentesca cintura di castità»

A: «Sei te quello a non capire. Il tuo pragmatismo ci ucciderà tutti quanti! Adattarsi è alimentare una società iniqua e stronza. Chiediti se il "schiacciare o essere schiacciato" è un valore degno di questo termine. Rifletti, è un punto di non ritorno... pensa bene. L'individualismo esasperato, la deriva occidentale, la machiavelliana concorrenza, la corruzione materiale delle intelligenze, la mancanza di prospettive, l'annichilimento del "Popolo". Ti sembra così delirante il mio discorso? Siamo proiettati verso un buco nero. Ben venga lo scenario "Don Chisciottiano" che mi sbandieri...»

B: «Ti prendi troppo sul serio»

A: «Può darsi... ma più che disincentivarmi alimenti la mia autostima»

B: «La tua autostima si dovrebbe nutrire di coerenza... a tutto campo. Forse temi di diventare ciò che già sei... Forse la tua furiosa interpretazione è mero rinnegamento, anzi, mera proiezione»

A: «Cioè starei cercando di farmi dei capri espiatori?»

B: «...»

A: «Niente di più lontano dalle mie intenzioni... La coerenza è un polo, un estremo: è perfezione. Questo significa che non basterebbe il più eremitico dei personaggi di De Carlo per rappresentarla in modo puro. Figuriamoci io. Il cruccio è dover pensare che si può esser sempre relativamente più coerenti rispetto allo stadio attuale. Questo, sì, mette con le spalle al muro. Eppure... qualche soddisfazione la si può prendere comunque. Se tutti facessero un passo... uno solo... forse non sarebbe come combattere dei mulini a vento... Ognuno dovrebbe metterci del suo; non voglio arbitrarla questa partita... voglio giocarla»

B: «Ah sì, e in che modo? Forse disertando luoghi o ambienti che tu bolli come emanazioni di una società iniqua e stronza? O forse boicottando questo o quel prodotto, sempre seguendo il medesimo principio, per prassi anticonformista? Per correttezza però, a questo punto, lo devi identificare questo principio, altrimenti diventa troppo discrezionale e contingente alla specifica situazione: troppo facile. Cioè, è un po' come Bondi quando dice che il divieto di candidature per procedimenti penali a carico non vale per i procedimenti politici. E chi stabilirà la caratterizzazione politica o non di un tal processo? Bella faccia di cazzo! Furbetti, questi forza-italioti eh?! Non avevo alcun dubbio...»

A: «Non si tratta di elevare a teoria la mia condotta, identificandone un principio movente. Anche perchè sinceramente non ne sarei capace. O meglio, sarebbe un aspetto secondario dell'irraggiungibilità della coerenza pura. Questa è la differenza: io posso rimproverarmi l'incoerenza parziale, Bondi no, perchè è sull'ambiguità che fonda una pretesa coerenza assoluta che non vorrà mai raggiungere. Perchè il suo spot pubblicitario sull'ineleggibilità di chi ha a carico un procedimento penale è paradossale specialmente per un partito come quello cui appartiene»

B: «Credo di seguirti... Sebbene non mi trovi pienamente d'accordo sul primo passaggio. C'è sempre tempo per rivedersi»

A: «Da entrambe le parti»

B: «Amen»

3 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Ciao, sono una delle organizzatrici del BreakTheMafia. Lo stiamo organizzando a Bologna il 4 aprile. Ti va di pubblicare qualcosa sul blog per far circolare la notizia?

se mi mandi una tua mail ti mando comunicato stampa e locandina

mandami il tuo indirizzo a ilfemminino@hotmail.it che ti mando il mio indirizzo serioso

Grazie in anticipo

Sara M. C.

Anonimo ha detto...
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