sabato 22 marzo 2008

i deputati Pd della XVI legislatura

Quella che verrà esposta, è una ricerca svolta sulle liste che il PD ha presentato per la Camera dei Deputati della XVI (ventura) legislatura. Un'indagine nata con l'intenzione, nonché ambizione, di prevedere e mettere a nudo gli aspetti più salienti cui queste liste si fanno carico. Insomma, un lavoro di decodifica di quel lenzuolo amorfo ed "illeggibile" di nomi e cognomi. Tre gli aspetti oggetto d'indagine: numero di donne candidate ed eleggibili, età media degli eleggibili, numero di candidati "nuovi" (quelli a cui Veltroni affida il rinnovamento insomma) eleggibili. Perchè questi e non altri? Beh, perchè è su questi aspetti che i vertici del Partito Democratico hanno, in gran parte, insistito nei scorsi giorni di campagna elettorale, ed è su questi che si vuole incentrare e plasmare, nelle dichiarazioni, l'identità della nuova formazione politica.

Si parte dal risultato delle proiezioni attuali della Ispo: Pd fermo al 36,5%. Una percentuale con cui si può ambire a qualcosa come 225 seggi parlamentari circa, circoscrizioni estere escluse. Partendo dalle stesse proporzioni di eletti, per circoscrizione, delle amministrative 2006, si ottengono le seguenti stime: Piemonte(I) 11 seggi, Piemonte(II) 8 seggi, Lombardia(I) 14 seggi, Lombardia(II) 13 seggi, Lombardia(III) 6 seggi, Trentino Alto Adige 3 seggi, Veneto(I) 9 seggi, Veneto(II) 6 seggi, Friuli Venezia Giulia 5 seggi, Liguria 7 seggi, Emilia Romagna 21 seggi, Toscana 18 seggi, Umbria 4 seggi, Marche 7 seggi, Lazio(I) 15 seggi, Lazio(II) 4 seggi, Abruzzo 5 seggi, Molise 1 seggio, Campania(I) 11 seggi, Campania(II) 9 seggi, Puglia 13 seggi, Basilicata 2 seggi, Calabria 7 seggi, Sicilia(I) 7 seggi, Sicilia(II) 9 seggi, Sardegna 6 seggi. Totale: 221 seggi alla Camera. A cui eventualmente si aggiungeranno 5 o 6 derivanti dalle circoscrizioni estere di "Europa", "Nord-Centro America", "Sud-America", "Africa-Asia-Oceania-Antartide".

E' indubbio ammettere che prendere in esame un Pd fermo al 36,5% sia vincolante ai fini del risultato finale. Così come è altrettanto lapalissiano il fatto che la percentuale potrà subire oscillazioni significative. Eppure, dobbiamo considerare che i 7.5 punti percentuali di vantaggio del PdL sono tali da consentirci, a meno di trenta giorni dalle elezioni, di dare per assodato il premio di maggioranza a Berlusconi. Salvo cataclismi e/o sindromi suicide, Silvio & allegra_combricola avranno a disposizione i famosi 340 seggi. Che sottratti a 617 danno 277 seggi alle opposizioni. Di cui (dico io) 221 al Pd.

Dopo le doverose considerazioni metodologiche, rese a garanzia di trasparenza, e a servizio di chi vorrà o potrà contestare l'opportunità delle mie assunzioni di partenza, il quadro che emerge è il seguente.

PRESENZA FEMMINILE::.. La percentuale di donne candidate è del 41.98%, in linea con quanto affermato da Franceschini; quest'ultimo, si è tuttavia dimenticato di specificare che 195 di queste 259 sono "presenze riempi-lista". La percentuale di donne eleggibili è invece del 28.96%, addirittura al di sotto della quota minima del 33% stabilita dall'Assemblea costituente in tema di elezioni. Poiché le disgrazie non vengono mai sole, il gruppo delle 64 fortunate è nutrito di alcune presenze che lasciano il segno. Il dirompente femminismo-pd si materializza, in più di un caso, come appendice mascolina: vedi la Lanzillotta moglie di Franco Bassanini, la Madia figlia dell'amico consigliere comunale di Veltroni e nipote dell'avvocato di Mastella, la Cardinale figlia di Salvatore cui è stato impedito di candidarsi personalmente, la Villecco alias vedova Calipari e la Laganà alias vedova Fortugno. In altri casi si manifesta come protesi maschilista: ecco allora le avvenenti candidature di Pina Picierno, Marianna Madia (doppiamente conveniente questa, prendi due paghi uno) e Alessia Mosca. Non importa quanto insipide, banali e ignoranti (vedere per credere l'ultima delle tre) si dimostreranno: l'importante è "puntare sulla figa". Che tra l'altro è un concetto di marketing molto caro a Berlusconi. Fossi donna e pd-ina, avrei la coglionìte. Perchè non solo le donne saranno rappresentate quantitativamente da un numero di elette inferiore a 100/130 - Franceschini è spudorato - ma saranno anche sottorappresentate dal punto di vista qualitativo, dal momento che la situazione si presenta avvilente per aspetti che spaziano dalla subordinazione all'insufficienza neuronale. Si potrebbe continuare citando altre presenze immotivate e raccomandate come la Zampa o la Pedoto, ma il concetto rimane: non è questo il modo di coinvolgere le donne in politica. Il Pd ha aperto volutamente le porte alle donne in maniera maldestra, giocando sugli equivoci. Tant'è che alla fine, svanito il fumo, non rimane alcun arrosto. Il dato malinconico è che solo 10 circoscrizioni su 27 raggiungono il 33% di rappresentanza (eleggibile) femminile: Trentino Alto Adige, Veneto(I e II), Emilia Romagna, Toscana, Lazio(II), Abruzzo, Puglia, Calabria, Sardegna. Tra queste solo Emilia Romagna e Toscana eleggono un numero consistente di deputati, ragion per cui quel 33% nelle altre circoscrizioni ha un peso numerico relativo. Dulcis in fundo, alle lombarde toccherà consolarsi con una candidatura di rigore: Paola Binetti.


ETA' MEDIA DEGLI ELEGGIBILI::.. Pensare alla giovinezza come un bene assoluto sarebbe un errore. Esattamente come bollare "antipolitico" un giudizio che esprima perplessità circa lo stato gerontocratico della politica italiana. La questione si colora di "simpatico" se si pensa che il postfordismo, la precarietà e la privazione del "tempo", inteso come mezzo per rivendicare salari più alti in base all'esperienza accumulata, per certi signori adibiti al settore amministrativo, non sono mai esistiti. Qui, come soprascritto, si sarebbero trattati i criteri-liste e gli argomenti cavalli di battaglia della propaganda Pd. Per quanto riguarda l'età degli eleggibili, verrà declinata la tentazione di deontologizzare i dati che emergono; ci si limiterà, casomai, a constatare che Franceschini è nuovamente equivoco. L'età media dei favolosi 221 è di cinquant'anni, con punte di 77 (Colombo-LombardiaI) e 70 (Marini-Calabria e Benvenuto-PiemonteI). A Ciriaco de Mita bastavano appena tre anni in meno per rientrare ancora nei piani del Pd. Gli over 60 sono ventidue, non tantissimi per la verità. Stupisce semmai il numero di under 40, trentaquattro. Per quello che dichiarava Franceschini, sia chiaro, non per altro: «Nelle liste della Camera ci sono 190 candidati sotto i 40 anni». Non sia mai, escludere dal calcolo i riempilista. D'altronde, lui è un democratico con i controcazzi. Le circoscrizioni, invece, con età media più elevata e più bassa sono rispettivamente CampaniaI (54,45) e Molise (il cui unico candidato eleggibile troneggerà a 41 anni). Il futuro deputato Pd più giovane sarà Pina Picierno, ventisei anni, già accennata. Eccovi una chicca. Pina, presidente federale dei giovani de "la Margherita", nonché nipote dell'ex sindaco DC di Teano, si è laureata in Scienze della Comunicazione presentando una tesi sperimentale sul linguaggio di Ciriaco de Mita, il suo "mito": «Utilizza - spiegò - le metafore, mutuate per lo più dal mondo del calcio o della sanità, per costruire un discorso diretto alla gente comune. Inoltre fa riferimenti alla sua esperienza o vita privata, un modo per coinvolgere gli interlocutori che si possono identificare». Un'immagine sublime per chiudere il quadro. Il più giovane, rincorre idealmente il più vecchio, che, come in un ciclo (nostos) in cui inizio e fine di percorso coincidono, si ripresenta ad ogni punto di partenza, più forte e ringalluzzito che prima.

«IL NUOVO CHE AVANZA»::.. Il problema che innanzitutto si pone è quello di definire "nuovo", che insieme a "cambiare", rappresenta il binomio inscindibile di ogni propaganda elettorale. Un "nuovo" può essere provocato da una combinazione di elementi, un riciclaggio, oppure, può essere provocato da qualcosa completamente in rottura col passato. Con tutte le sfumature e le gradazioni del caso, un foglio di carta riciclata può essere ritenuto "nuovo" al pari di un foglio di carta di prima produzione. Quando dunque Franceschini dice che «i nuovi parlamentari saranno tra 125 e 248» esiste un problema semantico non irrilevante. Specie perchè la quota indicata non è verificabile neanche utilizzando il paradigma interpretativo della carta riciclata. Che cosa significa, esattamente, "nuovo" per Franceschini?

Se si volessero escludere dalla conta, oltre ai deputati e senatori della XV legislatura, anche i direttori-coordinatori regionali e provinciali DS-Margherita, i consiglieri regionali-provinciali, i consiglieri ed assessori di comuni importanti, i segretari, le segretarie e i vari vice, si arriverebbe ad etichettare come "nuovi" solo 26 candidati parlamentari eleggibili (l'11,76%). Ed è una stima ottimistica. Se, invece, si considerassero "nuovi", solo i candidati eleggibili non presenti nella XV legislatura, il che paradossalmente comprenderebbe anche lo stesso Veltroni, allora la quota di interessati arriverebbe ad 87 (il 38,91%). Salvo poi limare qualche numero sulla base dei ripescaggi che avverranno una volta che i vari Veltroni, D'Alema, Fioroni, ecc. opteranno per una certa circoscrizione (dato che i loro nominativi compaiono sulle liste di più regioni). In sostanza, sia che si parta dalle condizioni più restrittive di "nuovo", sia che si parta dalle più tolleranti possibili, non si riesce a comprendere in nessun modo il range indicato da Franceschini. Né 125, né (fantascienza delle fantascienze) 248. Quel che rimane certo è che, oltre a quelle 195 presenze più o meno trite e ritrite, ci saranno per il Pd in Parlamento: 1 metalmeccanico della Tyssen Krupp, 1 avvocato penalista, 1 notaio, 1 direttore di un centro ricerche, 1 presidente di associazione, 2 dirigenti scolastici, 3 insegnanti, 5 consiglieri di comuni minori, 3 sindaci di comuni minori, 3 imprenditori, 1 presidente federmeccanica (Calearo, che sino a tre settimane fa, si racconta, avesse la suoneria del cellulare con l'inno di Forza Italia), 3 sindacalisti ed 1 segretaria generale della CSM. Punto. La circoscrizione che eleggerà il più consistente numero di deputati non presenti nella XV legislatura sarà, neanche a farlo apposta, Lazio(I), dove ben 5 (più 1 piazzato in SiciliaI) proverranno dalla squadra amministrativa romana di Veltroni, o "vicini" della provincia/regione: trattasi di Marco Causi, Enrico Gasbarra, Ileana Argentin, Massimo Pompili, Roberto Morassut, Maria Coscia.

In ogni caso «i parlamentari», come dice il prof. di "storia delle dottrine politiche" Alessandro Campi a Omnibus, «hanno una funzione tecnica che nella maggior parte dei casi è spingere un bottone», o dire al compagno di banco di farlo per lui quando è assente. «Io, una personalità che sia veramente tale, veramente indipendente, non ce la manderei in Parlamento. In questo Parlamento servono persone fedeli, capaci di star sedute anche per 15 ore». Figurarsi in Senato, dove il "Porcellum" ha sancito la beatificazione della fedeltà supina o della compravendita delle persone-oggetto. Un assurdo che degenera nel casting, esattamente come avviene in tv per quiz o show. Uno scenario ben tragicomizzato da Filippo Facci: «Ma allora di questo passo arriveremo a selezioni tipo casting, come per la tv? Scherzavo, ma nel pomeriggio eccoti la telefonata di un ex parlamentare di Forza Italia: "Guarda che i casting li hanno già fatti. Adesso non so, ma nel 1994, per le politiche e le europee, tu mandavi il curriculum e loro ti facevano la prova video. Ma poi: non l'hai vista l'Unità di oggi?". No, non avevo ancora letto che "il Pd fa casting ad aspiranti collaboratori" e che in centinaia avevano risposto, tra questi una famosa attrice e la solita Marianna Madia».

Quindi, perchè affannarsi tanto?


FONTI::.. Partito Democratico, Openpolis, Camera, Google

Technorati technorati tags: , , , , , ,


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi notevole, amico mio.

Tuttavia, direi che il PD è piú democratico degli altri partiti politici.

E' una magra consolazione? Il fatto è che, come sai, io penso che sono i partiti politici in quanto tali a essere anacronistici. Occorre inventare forme di rappresentanza politica meno burocratiche e militari e piú intellettuali e morali.

m lombardi ha detto...

Ammesso e non concesso che lo sia come dici tu pasquale, la consolazione non c'è. E' un folle gioco al ribasso...

Anonimo ha detto...

La consolazione c'è e si chiama rete internet. Atraverso questa rete effettivamente telematica e potenzialmente democratica stanno nascendo nuove forme di associazione e organizzazione politica - su base intellettuale e morale e non piú su base burocratica e militare (come erano i partiti politici).

Il sito-rivista www.fulminiesaette.it
lavora collegialmente in questa prospettiva. Io mi domando perché, oltre a tenere un tuo blog-privato, non collabori con noi.

(Se vai nel sito-rivista e leggi i posts compresi nella rubrica 'Gramsci', e alcuni posts della rubrica 'dizionario sito', capirai meglio cosa intendo ed cosa propongo - da scienziato della storia e della politica.)

m lombardi ha detto...

Internet c'è, d'accordo, ed è proprio un bel passo avanti.

Mi piace la tua ottica: cioè dall' "io che rappresento voi", al "noi che rappresentiamo noi stessi".

I partiti per riacquistare credibilità dovrebbero, a mio parere, dissacrare i leaders ed "orizzontalizzare" la piramide del potere. Poi ruotare velocemente le cariche di rappresentanza, se proprio devono sussistere. Stabilire che nessuno potrà ricoprirle più di una volta. Le cariche devono servire solo per eseguire le decisioni degli altri, e non le proprie (grazie al piffero), dunque nessun potere decisionale in mano al rappresentante, che in quanto tale è lo strumento DEGLI altri. E altre cose di questo tipo...

Cioè, credo ci sia ancora modo di trasformarli e levarli dall'anacronismo in cui sono piombati. Non quelli reali-esistenti, che ormai sono perduti e dannati. Casomai c'è da salvare l'idea di "partiticità"

Anonimo ha detto...

Certo. Finché esisteranno i partiti politici (per anni - le associazioni-organizzazioni non scompaiono a stacco) bisogna democratizzarli, orizzontarizzarli, eccetera.

Intanto, peró, occorre fondare e sviluppare nuove forme di associazione-organizzazione, storicamente superiori.

Gramsci le chiamava "riviste di nuovo tipo'. Gramsci? Sí, il Gramsci scienziato della storia e della politica, il teorico della societá regolata - il Gramsci ancora sconosciuto.

Ci leggiamo.

m lombardi ha detto...

Certo, Internet è questa nuova forma di organizzazione e noi siamo tutti contenti di farne parte. Spero non conducessero a fraintendimenti le frasi del commento precedente.

All'interno, c'è chi, come te, prove esperienze nelle esperienze, e chi, come me, si affida al "semplice" "blog-privato", che in realtà privato non è, per il semplice fatto di trovarsi in rete ed in condivisione. La definizione ha problemi di equilibrio. E, fino a prova contraria, esistono i commenti, da cui solitamente non mi sottraggo, e che censuro solo in caso di spam.

Poi, se vogliamo parlare di varianti, possiamo apprezzare il contributo aggiunto, qualora ci fosse. Anche se in linea teorica, per quanto mi riguarda, 2 blogs comunicanti corrispondono ad un blog di 2 autori, e viceversa. La struttura è Internet, le combinazioni - infinite - possono essere fatte come si crede. Poi ci sono i forum che sono un'altra cosa ancora, tanto per dirne una (anzi forse sono una forma associativa diretta ancora più potente). Insomma, quello da valutare è il prodotto; contemporaneamente ("fare insieme") o successivamente, c'è poi l'interscambio. Quello che sta avvenendo qui adesso (tra l'altro più off-topic di ogni più rosea previsione).

ante gheia!