E il Senato disse no. Bocciata la mozione di sostegno alla politica estera, Prodi ha rassegnato le proprie dimissioni dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Andremo a casa se non ci sarà maggioranza sulla politica estera» - aveva tuonato il ministro degli esteri Massimo D'Alema alla vigilia del voto - «E' un principio costituzionale: il governo non c'è senza maggioranza. Ma non sono assolutamente preoccupato. Credo che l'ordine del giorno lo voteranno tutti. Almeno lo spero».
E invece sono caduti. A solo nove mesi dalle elezioni. Il "problema dei numeri" al Senato non lasciava scampo: senza senatori a vita, il vantaggio, sulla carta, era ridotto a 2-3 voti. Così, mentre metà Palazzo Madama recitava una di quelle solite scenette molto poco istituzionali di esultanza da fiera del pesce, l'altra metà era altrettanto impegnata a coprire di insulti e crocefiggere i due senatori dissidenti dell'Unione: Franco Turigliatto e Fernando Rossi. I due senatori, rispettivamente, PRC e PdCI-Verdi, sono semplicemente rei di aver votato secondo coscienza, sfuggendo alle logiche di coalizione e di partito di appartenenza. Nel polverone che si è sollevato in seguito, la verità è stata bisbigliata o sussurata, ma mai pronunciata in modo inequivocabile: cioè che, se anche si fossero aggiunti i voti dei dissidenti Rossi e Turigliatto, il quorum sarebbe salito da 160 a 161. In altre parole, con Oscar Luigi Scalfaro assente per influenza, si sarebbe giunti allo stesso risultato: mozione bocciata.
Vanno ringraziati i senatori Rossi e Turigliatto. Ci hanno ricordato che esiste ancora qualcuno che applica degli standard comportamentali nel suo modo di essere funzionario pubblico, caduti largamente in disuso nei luoghi istituzionali del paese, come: ragionare con la propria testa e non votare solo su ordinazione dei superiori; non cedere al ricatto psicologico di chi, ogni volta, per fugare i dubbi altrui, agita lo spauracchio dell'opposizione di turno; essere coerenti con le proprie idee e rispettare la propria persona insieme alla carica che si rappresenta. A loro va tutta la mia solidarietà e stima. Nel marasma collettivo creatosi, gli unici ad uscirne vincitori, sono loro. Per non essersi piegati, nonostante il momento di grande pressione, agli ordini del comando superiore, ed aver contribuito a bocciare una mozione sulla politica estera palesemente di destra. E' proprio questo l'aspetto più tragicomico. Un governo di centrosinistra che si dimette dopo uno stop subìto su un provvedimento che di centrosinistra non ha proprio nulla, neanche le mutande. Mentre sull'altro versante, la "dignità politica" di cui parlava tanto Fini, è così radicata da spingere la coalizione che aveva promosso tale missione nella precedente legislatura, a votare contro, per logiche di potere. Definendo "illegale" il governo, e "dovute" le dimissioni.
Mi permetto di allegare, tutte le occasioni in cui il Governo Berlusconi è stato battuto alle Camere nella precedente legislatura. Senza per questo ritenere moralmente e costituzionalmente "dovute" le dimissioni.
Corriere della Sera 28/9/2001
Rogatorie, il governo battuto due volte
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Il Giornale 18/10/2001
Infrastrutture, il governo battuto alla camera
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Corriere della Sera 13/12/2001
Lotta al terrorismo, governo battuto sulle intercettazioni
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Il Messaggero 14/2/2002
Rca auto, governo battuto alla camera
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Il Popolo 17/4/2002
Governo battuto sui bilanci degli enti locali
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La Repubblica 8/5/2002
Fisco, governo battuto in Aula
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La Repubblica 10/10/2002
La manovra scivola alla Camera, il governo battuto due volte
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La Stampa 24/10/2002
Finanziaria, governo battuto in commissione
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Il Messaggero 9/11/2002
Governo battuto sulla tassa per i medici
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La Repubblica 7/12/2002
Giudici in pensione, governo battuto
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Italia Oggi 18/12/2002
Il governo battuto sull' Enel
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Corriere della Sera 3/4/2003
Governo battuto, vietato avere tre tv
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La Repubblica 19/6/2003
Governo battuto alla Camera, non aumenta la tassazione del Tfr
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La Repubblica 3/7/2003
Immobili, governo battuto An vota assieme all' Ulivo
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La Stampa 9/7/2003
Sfratti, governo battuto 4 volte alla Camera
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Sole 24 Ore 2/10/2003
Governo battuto sulla Gasparri
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Sole 24 Ore 23/10/2003
Governo battuto su condono e beni artistici
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Il Messaggero 5/11/2003
Leva, il governo battuto su un emendamento
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La Stampa 12/11/2003
Governo battuto sulla tassa da imbarco da un euro
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Corriere della Sera 29/1/2004
Benefici ai magistrati, governo battuto alla Camera
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La Stampa 17/3/2004
Sanità, governo battuto alla Camera
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Libero 7/4/2004
Udc e An ballano da sole, governo battuto sulle discoteche
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Il Giorno 13/5/2004
Riforma della condizionale, governo battuto alla Camera
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La Repubblica 26/5/2004
Enti locali, governo battuto
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Il Mattino 14/7/2004
Commissione Parmalat, il governo battuto
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Sole 24 Ore 28/7/2004
Camera, governo battuto 3 volte
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La Stampa 6/10/2004
Riforme, governo battuto
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Il Messaggero 22/10/2004
Governo battuto, rinvio sulla diffamazione
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Il Giornale 10/11/2004
La finanziaria parte col freno, governo battuto
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Corriere della Sera 21/1/2005
Blitz su Fazio, governo battuto due volte
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L' Unità 17/2/2005
Battuto il governo alla Camera. Non ci sarà il giro di vite su militari e giornalisti governo battuto
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Il Mattino 18/2/2005
Mandato d' arresto europeo: governo battuto
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Il Messaggero 18/3/2005
Decreto omnibus, governo battuto
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Corriere della Sera 6/5/2005
Bancarotta, governo battuto alla Camera
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La Repubblica 18/5/2005
Codice militare, governo battuto
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Il Gazzettino 25/5/2005
Governo battuto su forze di polizia e Enti locali
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La Repubblica 15/6/2005
Università, governo battuto alla camera
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Il Mattino 30/6/2005
Competitività, il governo battuto 5 volte
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L' Unità 15/9/2005
Riforma del processo, governo battuto
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Sole 24 Ore 26/10/2005
Finanziaria, governo battuto al primo voto
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[cito il citatore: "stegg" da www.studentibicocca.it ]
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