lunedì 14 maggio 2007

recuperiamo la democrazia partecipativa!

La democrazia è diventata definitivamente una barzelletta? La risposta che usualmente mi do di fronte a questa domanda è: «Forse non ancora». E questo ovviamente non per la fiducia nei politicucoli, quanto piuttosto per i vari organismi e movimenti sociali che fanno dell'azione diretta e della partecipazione attiva la loro arma. Essi sono il vero "braccio politico" del popolo poichè gli consentono ancora un marginale ma significativo (poichè potenzialmente inestinguibile) ruolo di potere verso la casta dirigenziale.

Agire e non limitarsi unicamente a delegare è un potente strumento. Tuttavia negli ultimi tempi mi rendo conto di come in realtà il potente strumento si possa ribaltare negativamente rispetto ai suoi termini deontologici. Vedasi "Family Day". La sensazione, come ho anche avuto modo di constatare leggiucchiando qua e là qualche blog, è di essere giunti al paradosso di manifestazioni nate non più dal bisogno di rivendicare dei diritti ma di negarli. Manifestazioni senz'anima, acritiche, lontane dalla spontaneità, con effetti altamente perversi. Stanno diventando in un certo senso ed in qualche caso, un puro espediente atto a rafforzare le gerarchie piuttosto che a minarle. E la mobilitazione delle masse a proprio piacimento è un deterrente per la democrazia, un'eversione.

Mentre era tutto pronto per far partire il grande show di sabato scorso a p.za San Giovanni, pubblicizzato da tempo immemore dalla nostra grandiosa macchina dell'informazione formato p2, Beppe Grillo faceva visita a Milano (5-6-7 maggio), proponendo il suo "RESET" più totale. Risvegliando, forse, nelle coscienze di alcuni, idee assopitesi a causa dei bombardamenti di morfina di tv e giornali, sempre più infestati dai partiti di questo paese. Infondendo fiducia a chi, come me, si sente a volte un visionario paranoico. Anche lunedì scorso al Datchforum, Grillo ha lanciato un messaggio affinchè la nuova democrazia parta "dal basso", plasmata da un nuovo senso civico che prescinde dalla politica. Riproporre un nuovo modello di azione fatta da "Noi" è una rivoluzione per il momento che si sta vivendo. Questo è il motivo per cui non posso che ammirare i gruppi e le associazioni sorte spontaneamente proprio attorno a Grillo e che stanno facendo della partecipazione diretta e cosciente il leitmotiv della loro esistenza. Dibattiti, incontri informativi, volantinaggi, e, talvolta, anche manifestazioni in piazza, il tutto senza dipendere da partiti o collocazioni politiche specifiche. Ed è questo il punto di forza di questi movimenti: porre al centro il cittadino, senza renderlo manovrabile da nessuno se non da sé stesso.

Che si trattino di oasi nel deserto? Beh sì nella misura in cui vengono fatte passare sotto silenzio. No invece per chi ha occhi per vedere, nonostante tutto. Un modello di democrazia partecipativa è possibile. E' un processo che dovrebbe coinvolgere tutti. Può passare anche da strumenti semplici e meravigliosi come i blog: i salotti letterali o caffé del Settecento trapiantati ai giorni nostri, come mi è piaciuto definirli in altre occasioni. La discussione consapevolizza e rafforza il concetto di democrazia; l'accettazione supina o la cieca fiducia nei funzionari pubblici la avvilisce. Così come la nuova generazione di manifestazioni di cui il "Family day" è senz'altro un genitore. Colmare il deficit democratico deve passare per la "rivoluzione grilliana", se così mi è lecito chiamarla.

Peroriamo la causa. Usciamo dal nonsense.

1 commento:

Anonimo ha detto...

D'accordo. Ci leggiamo. Partecipiamo. Fulmini e Saette.