lunedì 29 ottobre 2007

Cantat esce

La notizia è di almeno una decina di giorni fa, anche se si è rischiato abbondantemente di perderla per strada nel strano mondo dell'informazione italiana. Bertrand Cantat, cantante e leader dei Noir Desire ha ottenuto la libertà condizionale dopo aver scontato metà della pena, quattro anni di detenzione precisamente.

Il vice presidente del tribunale di Tolosa Philippe Laflaquiere ha infatti così sentenziato, dopo aver constatato gli "sforzi di reinserimento sociale del condannato e anche le sue prospettive di reinserimento professionale". Cantat, grazie a questa decisione, ha potuto così lasciare il carcere di Muret nella Haute-Garonne; dovrà ad ogni modo farsi seguire da uno psicologo per un anno e non parlare pubblicamente della maledetta notte tra il 26 e il 27 luglio 2003, quando in una stanza d'albergo a Vilnius (Lituania) colpì mortalmente la compagna Marie Trintignant durante una lite.

Il colpo di testa di Cantat costò una vita umana ed appare per cui poco giustificabile. Condivisibile tuttavia è stato il suo atteggiamento dopo lo sciagurato episodio. Egli infatti ... ammise. Proprio come Annamaria Franzoni, Mario Alessi, Alberto Stasi, tanto per citarne due o tre. Bertrand Cantat senza troppe giravolte fece una ricostruzione veritiera dei fatti, assumendosi tutte le responsabilità del caso. Tant'è che il pubblico ministero chiese solo nove anni per aver ritenuto sincero il rammarico del musicista e dopo essersi visto confermare la versione di Cantat dal medico legale che analizzò il delitto. La sentenza emessa dal tribunale fu di otto anni.

Dopo il recente intervento del giudice Philippe Laflaquiere la detenzione è stata commutata in libertà condizionale. In questo caso come mai emerge un problema di fondo: l'utilità delle carceri nel recupero ed il reinserimento sociale. Se infatti da una parte la detenzione penitenziaria è uno spettro con effetto preventivo-deterrente sui potenziali deviatori, dall'altra è caratterizzata da una sostanziale inefficienza dal punto di vista educativo. Laflaquiere ha probabilmente valutato Cantat come un uomo da riabilitare prima di tutto, non da svilire ulteriormente. Ed ha agito, si può dire, "umanamente", nonostante tutto. Sì, magari è stato un processo alle intenzioni. O forse è stata ritenuta minimale la probabilità di recidiva di Cantat. Ma tant'è. Certo, i familiari della Trintignant possono continuare lamentarsi (d'altronde chi ne ha più diritto?), nessuno vuole togliere loro questa legittimità. Magari dovrebbero però lasciar perdere gli isterismi da anti-femminismo con cui hanno voluto bollare questa vicenda, perchè di questo non si tratta.

Sul futuro ancora niente di sicuro. L'artista leader dei Noir Desire non ha composto né musica né testi nel periodo di Muret - Haute Garonne stando alle parole del suo avvocato. Il reinserimento potrebbe rivelarsi piuttosto problematico. Ma una speranza c'è: infatti il batterista Denis Barthe ha fatto sapere che il gruppo vorrebbe riunirsi, ma che i componenti dovrebbero prima sedersi attorno ad un tavolo per guardarsi negli occhi e parlare di prospettive. Sempre meglio che niente. Perdere il Bertrand Cantat artista definitivamente sarebbe un duro colpo.

«Penso di aver sentito un soffio di cose che erano già là, di aver sentito l'arroganza di chi crede di poter dominare il mondo» [B. Cantat, 2001]


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