lunedì 15 ottobre 2007

usa-turchia: fine dell'idillio?

Mamma Usa riconosce il genocidio degli armeni nel biennio 1915-1916; la figliol prodiga Turchia si indigna. E Bush si ritrova in difficoltà con uno dei suoi migliori alleati logistici nella sua fantomatica "guerra al terrore", Erdogan. E questo perchè per Ankara «l'approvazione di questo documento è stato un gesto irresponsabile che, in un momento particolarmente sensibile, renderà ancora più difficili le relazioni con un amico e alleato e una partnership strategica coltivata per generazioni. E' inaccettabile che la nazione turca sia accusata di qualcosa che non è mai accaduto nella storia».

E' sempre molto interessante osservare la Turchia, nelle dichiarazioni dei suoi politici. Interessante e divertente. A volte (veramente incredibile) sono ancora più comiche di quelle che rilasciano giornalmente i nostri politicucoli. Le ultime "bombe" made in Ankara risalgono a febbraio 2007; un'astinenza troppo lunga per sembrar vera (sì, mi stavo preoccupando). Allora la Turchia se la prendeva con Cipro per aver stipulato accordi di cooperazione con Libano ed Egitto per sondare i fondali marini alla ricerca di giacimenti di idrocarburi. Perchè? Il motivo era che quest'accordo avrebbe delegittimato la giurisdizione della "Repubblica di Nord Cipro". Vale a dire uno stato illegale, occupato militarmente (1974) e riconosciuto solo dalla Turchia (vedi anche "
ancora tensioni tra Cipro e Turchia").

E' un sogno che si avvera vedere la Turchia scornarsi con gli amiconi americani e provocare una crisi diplomatica, per di più causata proprio dall'arroganza del suo Governo. Perchè, si sa, per gli U.S.A. gli affari vengono prima di tutto. Per esempio come è stato con Pinochet. La Turchia ha ancora molto da imparare dai suoi alleati: se spera solo minimamente di avere ancora qualche chance per entrare nell'UE, i suoi amici, con le loro pesanti influenze, se li devono tener stretti. In questo momento non se la sta passando bene Washington, cui è stato agitato lo spauracchio dell'inagibilità della base aerea di Incirlik. Una base di grande importanza strategica per gli U.S.A. (ed anche Gran Bretagna) poichè è da qui che partono il 70% dei trasporti cargo aerei diretti in Iraq, oltre ai vari aerei che pattugliano la no-fly-zone dell'Iraq settentrionale. Proprio la zona che minaccia di invadere la Turchia per reprimere la rivolta curda. Il segretario di stato Condy Rice ha chiesto ad Ankara autocontrollo, come una mamma premurosa che vuole impedire al figliuolo di farsi male con gesti avventati. "Stai calmo, conta fino a dieci". E ovviamente non per filantropia. La crisi turca giunge in un momento particolarmente delicato per la casa bianca, dopo le dichiarazioni del Generale Sanchez che ha bollato l'Iraq come un "incubo senza fine" e i politici americani come "incompetenti, corrotti e negligenti", responsabili di un piano di guerra "catastroficamente difettoso ed irrealisticamente ottimista".

Insomma, se la Turchia farà la cazzata, la pagheranno in due. E a Bush rimane Catullo: «Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior».


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2 commenti:

Marco Poli ha detto...

(non male questo blog, me lo leggerò con calma).

m lombardi ha detto...

(che intenditore)