lunedì 12 novembre 2007

dansk folkeparti

Ora possiamo consolarci: c'è chi sta quasi peggio di noi. Si chiama Dansk Folkeparti (DF), "Partito del Popolo Danese", uno dei principali alleati dell'attuale governo di destra guidato da Anders Fogh Rasmussen. Il DF in queste settimane si sta distinguendo per la sua campagna elettorale anti-musulmana. Un po' come a dire che le vignette che hanno fatto sollevare (piuttosto scompostamente) mezzo Islam non bastavano.

Il casus belli: "gli immigrati musulmani non rispettano le tradizioni danesi". Una di quelle motivazioni che si sentono spesso nella bocca di qualche catto-nazionalista qui in Italia, ma di cui non si capisce esattamente il significato. Sembra ormai essere passato il concetto che integrazione sia sinonimo di assimilazione. Insomma, il "velo" è la radice di ogni male. Se un giorno si scioglieranno le calotte polari sapremo con chi prendercela. Con il velo delle donne di religione musulmana.

Il Danks Folkeparti ha concentrato la sua propaganda elettorale nell'odio e l'intolleranza, con slogan e manifesti che fanno riflettere sui metodi e le strategie che accomunano certi versanti della politica internazionale. Ed è forse il sintomo più preoccupante di un avanzante neofascismo, che poggia e viene suffragato da kili di malainformazione (volontariamente distorcenti) di tv e giornali. "Rispettate usanze e tradizioni o andatevene" recitava uno dei maxi poster del DF, con solita donna musulmana velata a fare da cornice. Le prese di posizione sempre più estreme del partito di Peter Skaarup hanno recentemente spinto Therkel Stræde, un docente di storia dell'Università di Odense ed esperto di olocausto, a pronunciarsi e bollare il Dansk Folkeparti come nazista nelle sue strategie politiche. Precisamente: "Il DF si rifà ad un'ideologia imbevuta di quel xenofobo ed estremo nazionalismo che era proprio del nazismo, dal momento in cui questo si propose di soffocare le minoranze".

Il mito della razza ariana da difendere non è ancora finito.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo con te, ma bisogna anche evitare che chi emigra da paesi integralisti pretenda poi di esportare la sua morale bigotta in paesi liberi e laici, non trovi?

Se il musulmano mi viene a vivere in Danimarca è benvenuto, ma poi deve rispettare il fatto che in Danimarca i gay si sposano, per dire. Se comincia a menare i gay perché nel suo Paese li lapidano, occorre dirgli: "bellino, hai capito male, mo' da qui te ne vai".

Anonimo ha detto...

Bello e buono.
Ho scelto questo post per IL SUGGERITORE di oggi, una nuova rubrica sul blog-rivista.
Ci leggiamo.

m lombardi ha detto...

@anellidifumo: ovviamente il discorso è bilateralizzabile. Ma in questa come in altre occasioni ho una naturale predilezione per proporre il punto di vista contro propaganda. E il vento della propoganda sai bene da quale parte unilaterale soffia...

@pasquale: grazie per la citazione! ma ti sto pensando anch'io sai... sto lentamente stilando quella lista oggetti/immagine.. mi farò vivo.

Tanuccio ha detto...

C'è da dire che se questo succede nei paesi scandinavi, più volte aditati come esempio di civiltà, non voglio immaginare che ripercussioni può avere sul resto d'Europa

m lombardi ha detto...

@ lupo sordo: Già. Ma soprattutto, come potrei smentire anche volendolo (e qui non voglio) uno che ha nel nick il mio animale preferito?

(di nuovo @ pasquale: Ci ho messo un po' ma alla fine ci sono arrivato: kalos kai agathos)