La dimostrazione di caccia alle streghe è puntuale. Da destra e (presunta) sinistra all'unisono: "inaccettabile". Con varianti di minimo spessore. Dichiara la Finocchiaro: «Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv sulle reti del servizio pubblico, senza che vi sia alcuna possibilità di contraddittorio».
Ora, sul fatto che debba sussistere necessariamente un contraddittorio potrei essere potenzialmente d'accordo, ma i fatti mi dimostrano che ovunque vi sia un dibattito di una certa importanza (per chi controlla la massa), contraddittorio diventa sinonimo di ostruzionismo. Tant'è che in ogni ambito si sono sviluppati veri e propri professionisti, da Mosca e Biscardi (quest'ultimo è curioso notare come abbia per di più lo status di conduttore), fino al sempreverde Sgarbi. E' il principio stesso di dibattito che che viene messo in discussione: le conduzioni e moderazioni inesistenti fanno sì che si sfoci in situazioni di anarchia interazionale, nella quale i protagonisti sono relegati a dimostrare solo una capacità di timing, anziché di argomentazione. Pertanto il democraticismo della Finocchiaro è strumentale, mentre l'inaccettabilità delle accuse di Travaglio sono un inginocchiamento a novanta gradi, in nome di un omertoso senso di appartenenza di classe (o casta), perchè non prova in nessun modo come le dichiarazioni in oggetto dovrebbero ritenersi calunniose, dal momento che Travaglio si muove da documenti e sentenze, dunque legittimi e forme di libera espressione.
La Finocchiaro non è neanche nuova a questo tipo di manifestazioni di contiguità politica. Nel 2002, per esempio, in occasione della protesta di piazza del movimento spontaneo dei "girotondi" contra legge Cirami, fu sorpresa da un giornalista dell'Espresso mentre si scusava con l'onorevole avvocato Ghedini, che le chiedeva un atteggiamento morbido, senza ostruzionismi, sulla legge che si stava approvando alle Camere: «Cercate di capire i nostri problemi... a partire dai girotondi».
C'è poi il discorso degli attori satellitari, quelli che per ruolo dovrebbero essere neutri ed imparziali, e che invece promuovono le posizioni dei forti, con modi viscidi e difficili da riconoscere, perchè il loro compito è quello di giocare sul confine invisibile del lecito-illecito. E' su questi che si crea il consenso di massa. Vuoi mettere una dichiarazione della Finocchiaro o di Gasparri, col potenziale persuasivo del conduttore che, non solo legge una nota della direzione della sua emittente televisiva, ma aggiunge postille velate e personali a sfavore del bersagliato? «Consentire la totale libertà d'espressione a tutti gli ospiti, ma [...] non posso che scusarmi» (link). Non mi sembra che Luttazzi abbia inscenato una difesa così pateticamente paracula e pseudo politically correct quando intervistò Travaglio a "Satyricon", il programma che conduceva su Rai3 prima di esser, per l'appunto, silurato dai palinsesti dell'anno venturo. O vuoi mettere il carico emotivo che provoca il sito del Corriere che spaccia l'accaduto come un fatto di importanza critica, ponendolo come prima notizia sul suo sito da tutta la giornata, insieme a Repubblica, Unità, ecc.? E' incredibile, che alle 23.47 del giorno successivo all'intervista si continui a refreshare le home page di questi giornali trovando ancora questi articoli. E' incredibile ed insieme indecente, questo bombardamento ad oltranza che ha, per messaggio subliminale, "Travaglio l'ha combinata davvero grossa".
Ecco perchè ritengo il seguente spezzone di un'intervista a Licio Gelli, apparsa su "Repubblica" il 28 settembre 2003, l'epilogo più calzante.
«Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa [...]. Berlusconi è un uomo fuori dal comune. Ricordo bene che già allora, ai tempi dei nostri primi incontri, aveva questa caratteristica: sapeva realizzare i suoi progetti. Un uomo del fare. Di questo c'è bisogno in Italia: non di parole, di azioni [...]. E' stato giusto bonificare il partito, affidarlo ad un uomo come Cicchitto. Cicchitto lo conosco bene: è bravo, preparato. Credo che anche Bondi sia preparato. E' uno che viene dalla disciplina di partito. Il progetto di riordino del sistema televisivo? Buono. La riforma della giustizia? Ho sentito che quel Cordova ha detto: ma questo è il piano di Gelli. E dunque? L'avevo messo per iscritto trent'anni fa cosa fosse necessario fare. I nuovi burattinai? Il burattinaio è sempre uno, non ce ne possono essere diversi».
Mai come in questa occasione, mi sentirei di rispolverare l'argomentazione medievale principe: «Ipse dixit».
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11 commenti:
Quel pezzo di Licio Gelli è meravigliosamente inquietante: il suo sogno che si realizza e il nostro incubo che prende forma. Difficile cavarne le gambe...
Un post esemplare.
straquoto!!!
Cloro di cloroalclero.com ;-)
La Finocchiaro è quella che parla. Il problema più grande è che il PD, buttando a mare tutta le sinistra, ha perso anche la capacità di fare opposizione, l'entusiasmo delle battaglie civili, l'orgoglio delle sue radici.
Ma non riesco ad accettare che Travaglio, che da questo trae non poca pubblicità, resti tra i pochi in Italia a fare opposizione.
Un bel post
Ringrazio per i complimenti di lameduck e i quote di cloroalclero che alimentano non poco il mio ego. Condivido le preoccupazioni di Emanuela: è chiaro che Travaglio (ma poi anche Grillo) esistano in larga parte per il vuoto creato dai partiti dell'ex centrosinistra (anche di destra ma in misura minore). Non sono poche le persone a non sentirsi più rappresentate da nessuno lì, dalla spalla sinistra di Rutelli in poi.
@ klochov: C'è una cosa che non riesco a capire. La sfrontatezza di Gelli in queste dichiarazioni, quando l'interesse dovrebbe essere opposto: tacciare questi legami, o perlomeno insabbiarli un attimino dato che dovrebbero essere già di dominio pubblico. Anche in una dichiarazione del '96 a L'Indipendente aveva detto senza giri di parole: "[Berlusconi] ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto". Perchè? Va a finire che inizio a pensare che c'è qualcosa più sotto del sotto...
Secondo me l'articolo di D'Avanzo su 'la Repubblica', che criticava con aorgomenti chiari e tondi il comportamento di Travaglio intervistato da Fazio, era convincente.
Travaglio ha sempre l'aria di chi dice la verità, ma spesso dice mezze verità. Due mezze verità non fanno una verità.
Nel caso specifico Schifani- collusione mafiosa, c'è stato un processo, ci sono state indagini, non si è giunti a prove certe.
Todo modo, lo scontro Travaglio-Finocchiaro non è unico, quello da te riferito. Qualche mese fa, su 'Micromega', la Finocchiaro ha replicato ad un articolo di Travaglio in maniera persuasiva, ma Travaglio nella controreplica non ne ha tenuto conto.
Sulle posizioni da 'partito preso' ho pubblicato giorni fa un post a partire da Simone Weill. A me pare che anche Travaglio parli per 'partito preso'.
Stammi bene. E fatti vivo.
Pasquale
www.fulminiesaette.it
passo 1- travaglio dice in diretta tv che schifani ha avuto dei rapporti con un mafioso, Nino Mandalà, condannato nel '98.
passo 2- tv e giornali cannoneggiano per almeno 48h muovendosi dal medesimo fuorviante principio che travaglio abbia detto che Schifani è un mafioso
passo 2bis- d'avanzo scrive la sua lezione di giornalismo rivolta a travaglio addirittura esplicitando questo principio movente: «("Se anche la seconda carica dello Stato è oggi un mafioso...")». dopodichè inizia a dargli ripetutamente del disonesto intellettuale, da lì alla fine dell'articolo.
passo 3- d'avanzo glissa il discorso aggrappandosi ad un «non è stato dimostrato niente»; dopodichè fa risalire l'amicizia al 1978, per poter dire che sono 20 anni di distanza dalla condanna del 1998 ("lontani nel tempo"), quando in realtà...
passo 4- ....travaglio spiega nella replica all'articolo che i rapporti erano tutt'altro che finiti. è documentabile che: «A metà degli anni 90 Schifani fu ingaggiato, come consulente per l'urbanistica e il piano regolatore, dal Comune di Villabate retto da uomini legati al boss Mandalà e di lì a poco sciolto due volte per mafia. Rapporti di nessuna rilevanza penale, ma di grande rilievo politico-morale»
passo 5- risposta di d'avanzo: «Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no. »
chi parla per partito preso?
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/lezione-schifani/lezione-schifani.html
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/replica-travaglio/replica-travaglio.html
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/fatti-verita/fatti-verita.html
una precisazione:
attenzione non sto escludendo il fatto che travaglio possa avere i suoi pregiudizi. Io penso più no che sì, perchè è in grado di riconoscere i meriti delle varie De Zulueta e dei vari Dalla Chiesa. Quindi è capace di fare dei distinguo.
Ma la sfrontatezza di chi non vuole assolutamente entrare nel merito delle questioni sollevate, non esprimere giudizi né mezzi giudizi, perplessità o quant'altro, è sintomatico di cortigianeria. E' accanirsi contro qualcuno non cortigiano per partito preso.
Grande Lomba, pure io mi sono incazzato per il putiferio del "dopo Travaglio" ma è solo perchè iniziano a cagarsi sotto, perchè hanno capito che non tutti si stanno zitti =D
Bel post e complimenti per il blog, sempre meglio di quello di msn dove avevi visibilità zero ;)
By Jects aka Coccia
ma infatti MeSeNè è solo per pochi privilegiati ;) bella caggia!
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